ESCOZUL
L’indagine osservazionale in Italia a cura del Dottor Giovanni Battista Speranza
Studio clinico retrospettivo osservazionale su 16 casi di tumore del polmone III e IV stadio non microcitoma – valutazione della soluzione naturale del veleno dello scorpione Rhopalurus junceus in aggiunta ai trattamenti tradizionali chemio e radioterapia e come unica terapia.
Dott. Giovanni Battista Speranza – Oncologo
Il tumore del polmone è la terza neoplasia in termini di frequenza fra le neoplasie diagnosticate nel sesso maschile dove rappresenta anche la prima causa di mortalità per cancro, mentre è la quarta neoplasia più frequente nel sesso femminile dove rappresenta la seconda causa di mortalità per tumore.
Nella mia pratica clinica ho avuto l’occasione di seguire molti pazienti affetti da tumore i quali spontaneamente, alle terapie tradizionali hanno aggiunto la soluzione naturale ( Escozul) del veleno dello scorpione Rhopalurus junceus, endemico a Cuba e pertanto ne ho voluto valutare la validità e l’efficacia in uno studio clinico osservazionale retrospettivo , gennaio 2010 – maggio 2016.
Ho valutato 16 casi di tumore del polmone non microcitoma allo stadio III e IV, in alcuni casi il paziente era stato operato e la neoplasia recidivata. Il criterio di scelta dei casi clinici, si è basato semplicemente sulla scelta degli stessi pazienti che autonomamente hanno voluto assumere l’escozul . Pertanto non è un gruppo omogeneo, è stato soltanto uno studio osservazionale , i casi studiati sono accumunati semplicemente dall’appartenenza all’ambito dei tumori del polmone.
Ribadisco che molta della ricerca in campo biomedico è di natura osservazionale. La descrizione di queste ricerche è spesso inadeguata, il che rende difficile la valutazione dei punti di forza e di debolezza di uno studio di questo tipo e la generalizzazione dei suoi risultati.
Il tumore polmonare non a piccole cellule raccoglie circa l’80% di tutti i carcinomi bronchiali. Gli istotipi tipi più comuni sono l’adenocarcinoma, il carcinoma a cellule squamose e il carcinoma anaplastico a piccole e a grandi cellule. Per quel che concerne l’istogenesi, sembra che il tumore al polmone derivi da una cellula staminale pluripotente che è in grado di differenziarsi in diversi fenotipi. Per questo motivo il tumore può mostrare anche tipi istologici misti.
CASISTICA
1. (M.R aa 68) diagnosi inizio 2008 deceduto estate 2012 ADK del polmone, malattia localizzata al torace (T2 N1M1) LN mediastinici e surrene .Diciotto mesi di chemioterapia presso IFO : gemcitabina + cisplatino x 6 mesi 1° linea, regressione parziale, a seguire tarceva 2° linea per 3 mesi sospeso per tossicità, stabilità per 4 mesi , successivamente taxotere nessun beneficio. Sospesa la cura per tossicità ed inefficacia il pz considerato terminale è stato avviato solo a cure palliative ed affidato all’assistenza domiciliare. Novembre 2009 inizia la soluzione naturale e dopo tre mesi recupero delle condizioni generali è divenuto nuovamente autonomo e per 2 aa malattia ferma , marzo 2012 ripresa di malattia versamento pleurico progressione, peggioramento delle condizioni generali a maggio il decesso.
2. (B.E.) 2011 ADK del polmone dx operato. Successivo F.U. maggio 2012 recidiva locale trattata con RXT + CT : CDDP+ Alimpta per 3 cicli sospeso il platino per tossicità ha continuato solo con alimpta. Sospesa successivamente anche questa per grave stato anemico parzialmente risolto con l’uso dell’eritropoietina. Il lento recupero dall’anemia ha condizionato però il proseguo delle cure per cui il pz ha iniziato a novembre 2012 l’assunzione della soluzione naturale con stabilità di malattia per 18 mesi. Maggio 2013 ripresa di malattia a livello osseo e ripresa della chemioterapia con taxotere per 8 cicli e acido zoledronico, parziale stabilità fino a marzo 2015 ripresa di malattia, vinorelbina x 3 mesi peggioramento delle condizioni generali e severa anemia luglio 2015 decesso del pz.
3. (F.D. aa 64) Marzo 2014 diagnosi di ADK polmonare IV stadio: lesioni polmonari bilaterali, pleuriche e metastasi ossee al rachide ed alle coste. All’inizio di aprile 2014 è stato sottoposto a quattro sedute di radioterapia al rachide, successivamente sempre ad aprile intervento di talcaggio, per cospicuo versamento pleurico ( litri tre),l’esame molecolare ha evidenziato positività a EGFR – esone 19 – per cui è stato trattato con farmaco a bersaglio molecolare, l’ AFATINIB dal 9 maggio 2014, presso l’IST di Genova. Riduzione oltre il 75% della malattia però dopo 4 mesi ripresa della malattia, nuova biopsia che ha evidenziato nuove mutazioni, per cui ha iniziato chemioterapia con carboplatino e alimta 4 cicli terminati a novembre 2014 e successivo mantenimento con alimta. Gennaio 2015 documentata ripresa di malattia sospeso alimta iniziata terapia con tarceva più Soluzione Naturale al 20%. Agosto 2015 decesso per peggioramento delle condizioni generali comparsa di nuovo versamento pleurico ematico forte anemia
4. (P. M . aa 80) Marzo 2015 diagnosi di Carcinoma sarcomatoide ( patologia rara ) del lobo sup. del polmone dx con infiltrazione della parete toracica ed erosione della 2° e 3° costa. T3N0Mx Aprile 2015 inizia ciclo di RxT 36 sedute per 70 Gray terminate il 22/6/ 2015. 14/7/2015 controllo TAC riduzione significativa della massa ma comparsa di noduli metastatici in ambito polmonare. Non candidato a chemioterapia per problematiche cardiache e per iniziale IRC. Il 20/7/ 2015 inizia escozul 4 mesi di stabilità del quadro clinico, inizio dicembre nuova progressione peggioramenti delle condizioni generale e successivo decesso.
5. (F.E. aa 56) Luglio 2010 Biopsia LN sopraclaveare dx : metastasi da ADK di origine polmonare ( polmone dx) + meta ossee. Eseguita analisi mutazionale inizia terapia con Iressa e Zometa per le matastasi ossee, contestualmente inizia ad assumere la Soluzione Naturale. Regressione di malattia fino ad agosto 2013 nuove metastasi alle ossa e bacino e ripresa della malattia a livello polmonare. Sospesa Iressa ha proseguito con la Soluzione Naturale + RxT sul bacino e ChT con Carboplatino e Gemcitabina x 3 mesi parziale controllo della malattia fino inizio Novembre 2013, nuova progressione ha iniziato nuova linea di chemioterapia con Taxotere perché le condizioni generali e respiratorie lo permettevano. Il 23/12/2013 una improvvisa crisi respiratoria ne ha determinato il decesso.
6. (D.F. 15/07/1964 )Settembre 2012 diagnosi di ADK polmonare lobo sup dx IV stadio e contestualmente documentata metastasi epatica ed ossee. Iniziata chemioterapia fino al 26/5/2013 Carboplatino e gemcitabina e zometa, miglioramento a livello osseo e polmonare del 70%, meno a livello epatico, per cui nel luglio 2013 è stata decisa la sospensione della chemioterapia e contestualmente la termo ablazione della lesione epatica ( V segmento ). Nel maggio 2013 la pz aveva iniziato ad assumere la Soluzione Naturale diluita al 7%. Stabilità di malattia fino a dicembre 2014. Documentata progressione a livello osseo, a Gennaio 2015 ripresa della chemioterapia con Platino + Alimta x 4 cicli e successivo mantenimento con alimta, fino a novembre 2015. Sempre contestualmente soluzione naturale però al 10%, stabilità di malattia. Novembre 2015 documentata nuova progressione sempre a livello osseo, stabile a livello polmonare ed, a livello epatico, solo esiti di termo ablazione, per cui ha iniziato Nivolumab ancora in corso sempre con la soluzione naturale con diluizione aumentata al 15%. Giugno 2016, condizioni generali sempre buone, però documentata nuova progressione a livello dell’ osso sfenoide con infiltrazione della base dell’orbita dx e compressione e dislocazione del nervo e perdita del visus occhio dx, per cui la paziente è stata avviata a rx terapia su detta lesione.
7. (G. A. aa 76) Gennaio 2015 diagnosi di ADK polmonare III stadio malattia localmente avanzata. Inizia CHT somministrati 5 cicli di Carboplatino e Alimta. Nel Maggio 2015 Comparsa di LN + secondarismi polmonari bilaterali. Inizia Tarceva + Soluzione naturale al 15% ( 23/06/2015 ), gennaio 2016 sospeso tarceva per tossicità, ha continuato solo terapia con Soluzione Naturale diluita al 20%. Paziente vivente, persiste stabilità di malattia e condizioni generali discrete.
8. (D.L. aa 54) Estate 2015 diagnosi di ADK polmonare IV stadio, metastasi polmonari, epatiche, surrenali e linfonodi mediastinici e condizioni generali compromesse. Iniziata terapia con Gencitabina , sospesa a dicembre per progressione. Dal 28/12/2015 al 4/2/2016 tentativo di terapia con Crizotinib sospeso per tossicità. Da febbraio 2016 inizia terapia con soluzione naturale al 20%, progressivo peggioramento delle condizioni respiratorie. Maggio 2016 decesso.
9. (C.P. aa 55) Gennaio 2012 diagnosi di carcinoma squamoso del polmone scarsamente differenziato ( T2N1M0). Sottoposta a trattamento associato di radio-chemioterapia con risposta obiettiva del 50%: Platino + radio a seguire platino + gemcitabina fino a settembre 2012 . Terapia sospesa per stabilità di malattia. Febbraio 2013 ripresa di malattia a livello polmonare inizia Taxotere settimanale e contestualmente Soluzione Naturale al 10%. Nuova stabilità di malattia, luglio 2013 sospeso taxotere ha continuato solo la Soluzione Naturale per 3 aa. Dicembre 2015 ripresa di malattia a livello toracico, versamento pleurico e rapido peggioramento delle condizioni respiratorie fine gennaio 2016 decesso.
10. (C. G.) Febbraio 2014 diagnosi di ca squamoso del bronco del lobo superiore dx ( T1 N1M0) trattato con sola radioterapia. Il paziente ha rifiutato la chemioterapia. Risposta quasi completa alla radioterapia intorno al 90%. Successivamente aprile 2014 ha iniziato terapia con soluzione naturale al 15% fino a gennaio 2016 quando è stata documentata documentata importante ripresa di malattia a livello polmonare ed osseo. Il paziente non ha voluto intraprendere un programma di chemioterapia solo terapia di supporto, cortisonica e soluzione naturale. Marzo 2016 decesso.
11. (L.C. 26.9.1942) Estate 2014 diagnosi di ADK polmonare T2N1M+ , neoplasia a carico del lobo inf.dx con stenosi del bronco segmentario ed unica meta nel lobo inf di sn. e LN metastatici della loggia di Barety. Iniziata CHT con carboplatino e gemcitabina fino a novembre 2014. Stazionarietà fino a gennaio 2015 ripresa di malattia a livello LN. RXT sui LN mediastinici a seguire, febbraio 2015, Taxotere + Soluzione Naturale. TAC di controllo ad Aprile 2015 Stazionarietà di malattia, prosegue la cura. Nuova TAC di controllo a fine Maggio 2015 persiste stazionarietà, per cui fu deciso di sospendere Taxotere per tossicità. La paziente ha proseguito solo con la Soluzione Naturale aumentata al 20% fino a gennaio 2016. Condizioni stabili fino a Novembre – Dicembre 2015, poi progressione rapida di malattia a livello di entrambi i polmoni. La paziente sospende anche la terapia con la Soluzione Naturale. Gennaio 2016 inizia terapia con Tarceva sospeso agli inizi di febbraio per grave tossicità. Metà febbraio versamento pleurico, peggioramento delle condizioni generali decesso.
12. (T. S.) Ottobre 2009 diagnosi di ADK del lobo inf del polmone, III stadio A, terapia con Platino in neoadiuvante, successivo intervento di lobectomia inf sn e radioterapia sulla regione operatoria. Nel 2010 documentata recidiva nel polmone Dx trattata con radioterapia successiva chemioterapia con Alimta per 12 mesi e contestualmente il paziente ha iniziato terapia Soluzione Naturale al 10%, ancora in corso. Il sig. T.S. attualmente è libero da malattia, lavora e segue uno attento programma di controlli periodici.
13. (T.P.) Estate 2012 diagnosi di ADK del polmone DX, localmente avanzato, III stadio. Successiva radio – chemioterapia (CDDP + Gem ). Stazionarietà di malattia fino a ottobre 2013, ripresa di malattia a livello osseo, stazionaria la situazione polmonare. Unica metastasi a livello di L3 trattata con radioterapia. Febbraio 2014 documentati LN paratracheali ripresa della chemioterapia con Taxotere per 6 mesi poi Tarceva per altri 4 mesi. Contestualmente al Taxotere ha iniziato terapia con Soluzione Naturale, fino ad oggi mai sospesa. Controllo della malattia fino a ottobre 2015 quando è stato documentato un peggioramento a livello del polmone e comparsa di 3 lesioni cerebrali. Eseguita nuova biopsia per verificare lo stato mutazionale il paziente è stato avviato a terapia con Crizotinib e radioterapia pan encefalica. Attualmente malattia stabile il paziente il paziente ha proseguito Crizotinib ed autonomamente assume la Soluzione Naturale aumentata alla concentrazione del 20.
14. (S.A.) Dicembre 2013 Diagnosi di ADK polmonare con contestuali metastasi cerebrali trattate con radioterapia e successiva chemioterapia con CDDP + Taxotere per 6 mesi fino a luglio 2014. Contestualmente all’inizio della radioterapia il paziente ha cominciato ad assumere la Soluzione Naturale al 20%. Malattia controllata fino a gennaio 2015 condizioni generali precipitate, a febbraio decesso del paziente.
15. (C.G. aa 49) Marzo 2010 diagnosi di ADK polmonare IV stadio: metastasi polmonari (8 noduli), adenopatie mediastiniche, ossee, a livello surrenalico bilaterale e cerebrali. Il paziente è stato avviato a terapia con DDP + Alimta per 6 cicli da aprile ad agosto 2010. Autonomamente il paziente aveva iniziato, prima di aver cominciato il programma chemioterapico, la soluzione naturale alla diluizione del 20%. A settembre stazionarietà di malattia per cui è stato avviato a radioterapia pan encefalica . La malattia è rimasta stazionaria dal momento della diagnosi fino ad agosto 2011 successivo peggioramento delle condizioni generali e decesso. Da tener presente che in casi come questo la mediana di sopravvivenza è di 6,7 mesi nei pazienti trattati rispetto a 3,9 nei pazienti avviati a solo cure palliative.
16. (C. P. 55 aa) Settembre 2012 diagnosi di ADK polmonare III B, malattia localizzata in ambito toracico. Da ottobre 2012 fino a marzo 2013 avviata a terapia con CDDP e Alimta per 6 cicli, più altri 3 cicli di mantenimento con solo Alimta. Risposta parziale dopo il 3° ciclo. Stazionarietà dopo il VI ciclo. Da gennaio, in corso di chemioterapia la paziente aveva cominciato ad assumere la Soluzione Naturale al 20%. Agosto 2015 ripresa di malattia, metastasi ossee surrenaliche e peritoneo, iniziato Tarceva Parziale controllo fino a gennaio 2016, occlusione intestinale e decesso della paziente. Durante tutta la malattia la paziente ha sempre continuato ad assumere la Soluzione Naturale.
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI
Il veleno dello scorpione è stato utilizzato nella medicina tradizionale in alcuni paesi come Cuba, la Cina e l’India per il trattamento di varie patologie compreso il cancro.
In condizioni naturali, il veleno dello scorpione Rhopalurus Junceus è una sostanza leggermente opalescente, con pH intorno a 7.12, contenente sali inorganici, mucopolisaccaridi, enzimi e una varietà di peptidi con peso molecolare inferiori a 8 kDa. Recenti studi in laboratorio hanno evidenziato la potenzialità nel trattamento del cancro con il veleno dello scorpione, è stato osservato in studi condotti in vitro l’ inibizione della crescita cellulare, l’apoptosi ed la successiva morte cellulare.
La citotossicità delle frazioni peptidiche del veleno dello scorpione Rhopalurus Junceus è stata studiata in laboratorio su diverse linee cellulari di tumore:
1 ) Hela, (carcinoma della cervice umana ATCC CCL-“ );
2) Hep-2 (ATCC CCL-23 carcinoma squamoso della laringe umana)
3) NCI-H202 ( ATCC CRL-1848 carcinoma del polmone umano )
In tutte le linee cellulari l’apoptosi, indotta dal veleno dello scorpione, è stata osservata come meccanismo di morte cellulare. L’esatto meccanismo di azione non è stato ancora completamente conosciuto, non sono stati identificati a tutt’oggi bersagli molecolari a livello membrana cellulare che intereaggiscono con il veleno.
Il fatto che vi è una stretta relazione tra i canali ionici e la proliferazione del tumore, le metastasi, la migrazione e l’invasività, suggerisce che i peptidi presenti nel veleno dello scorpione Rhopalurus junceus agiscano attraverso i canali ionici. E’ ovvio che saranno necessari ulteriori studi di conferma.
Per quanto riguarda questa mia esperienza le patologie trattate hanno come comune denominatore l’appartenenza all’ambito dei tumori del polmone, anche se questi ovviamente sono difformi come caratteristiche istologiche ed immunoistochimiche. Dall’analisi dei casi clinici emerge che un beneficio c’è stato, sia nella stabilità della malattia, sia in una migliore risposta alle consuete terapie. Si evidenza la capacità della soluzione naturale di interagire nel processo tumorale anche in quei pazienti che lo hanno utilizzato come unica terapia.
Giustamente nonostante i risultati di ricerca di studi preclinici e clinici per la somministrazione di questa soluzione naturale per finalità terapeutiche contro il cancro, le autorità sanitarie cubane ancora sono in attesa di ulteriore documentazione scientifica.
Roma 09/07/2016
Dott. Giovanni Battista Speranza
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